
La stagione del mondiale endurance si è conclusa con il gran finale in Bahrain, regalando un campionato che, nonostante le critiche di parte, si è dimostrato all’insegna della meritocrazia. Porsche, Toyota e Ferrari hanno offerto battaglie memorabili nei loro otto appuntamenti globali, e ognuna delle squadre può dirsi soddisfatta dei risultati ottenuti, avendo raccolto esattamente ciò che meritava sul campo.
Toyota: la regina del titolo costruttori
Toyota ha conquistato il titolo costruttori, ribaltando una stagione partita in salita con una progressione iniziata dal Qatar. La vittoria decisiva in Bahrain ha premiato il progetto GR010, una hypercar che, pur giunta al quarto anno di utilizzo, ha dimostrato di essere ancora altamente competitiva.Nonostante un Balance of Performance (BoP) spesso sfavorevole, che ha reso la GR010 la vettura più pesante in pista e con limitazioni di potenza nelle ultime gare, Toyota ha saputo sfruttare la propria esperienza e solidità operativa. Tuttavia, alcuni errori dei piloti, come quelli visti a Le Mans e Austin, hanno messo a dura prova il team, dimostrando che c'è ancora margine per migliorare in pista.
Ferrari: regina di Le Mans, ANCORA in affanno nel mondiale
Ferrari aveva ambizioni importanti per il 2024, puntando sia ai titoli mondiali sia alla vittoria nella leggendaria 24 Ore di Le Mans. Anche se i due titoli mondiali sono sfuggiti, la vittoria a La Sarthe con la 499P è un risultato che da solo vale una stagione.Nonostante i miglioramenti rispetto al debutto, la Ferrari ha continuato a soffrire nella gestione del degrado delle gomme sui circuiti tradizionali, trovandosi spesso in difficoltà rispetto a Toyota e Porsche. Problemi strategici e prestazioni altalenanti tra gli equipaggi hanno ulteriormente complicato il cammino verso il successo. Malgrado un BoP apparentemente più favorevole nella fase finale del campionato, che ha reso la 499P più leggera e persino più potente della GR010, i risultati ottenuti non hanno rispecchiato appieno il potenziale. Per il 2025 sarà cruciale risolvere queste criticità per puntare con decisione a entrambi i titoli.
Porsche: una stagione di emozioni e qualità
Porsche ha vissuto un’annata straordinaria, con la 963 protagonista di vittorie in diverse tappe del mondiale. Il titolo piloti, impreziosito da tre successi, tra cui il trionfo inaugurale in Qatar, è stato il coronamento di una stagione da incorniciare, anche se resta il rimpianto per Le Mans, dove il potenziale della vettura non è stato sfruttato a pieno.Il vero punto di forza di Porsche è stato il talento degli equipaggi. Piloti come Vanthoor, Estre e Lotterer si sono distinti per costanza e velocità, risultando spesso decisivi. La rimonta a Interlagos, da ultimi a secondi, e i successi al Fuji e in Qatar testimoniano la loro capacità di fare la differenza anche in situazioni avverse. Con l’addio di Lotterer alla #6, il team perde una figura di riferimento, ma le basi per continuare a brillare nel WEC sono solide.
Un campionato equilibrato nonostante il BoP
Nonostante le critiche al sistema BoP, il mondiale ha visto premiati i migliori sotto ogni aspetto: Toyota ha conquistato il titolo costruttori grazie alla sua solidità complessiva, Ferrari si è imposta a Le Mans con la vettura più performante sul leggendario tracciato francese, e Porsche ha visto trionfare l’equipaggio più veloce e costante. Una stagione che ha dimostrato, ancora una volta, che l’endurance resta uno degli sport motoristici più spettacolari e imprevedibili.
© Simone Marchetti