PALOU CONQUISTA LA INDY 500: VITTORIA STORICA IN UNA GARA CAOTICA
- Redazione

- 26 mag
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Palou ce l’ha fatta. Dopo anni di trionfi nel campionato IndyCar – tre titoli già nel palmarès – il pilota spagnolo è finalmente riuscito ad aggiungere il pezzo che mancava: la 500 Miglia di Indianapolis. Non era mai salito sul gradino più alto nel Tempio della Velocità, ma stavolta ha scritto il proprio nome nella leggenda con una gara impeccabile, intensa e segnata da numerosi colpi di scena.
Non solo è la sua prima vittoria a Indy, ma anche la sua prima su un ovale. Un traguardo che arriva nel cuore di una stagione straordinaria, dove Palou ha già fatto bottino pieno: cinque vittorie nelle prime sei gare del 2025, con un unico “passo falso” che è stato comunque un secondo posto a Long Beach. Numeri da dominio assoluto.
A Indianapolis, il portacolori del team Ganassi ha corso con la lucidità di un veterano: sempre nel gruppo di testa, ha scelto il momento perfetto per piazzare il sorpasso decisivo – a 14 giri dalla fine – beffando Marcus Ericsson, che fino a quel momento sembrava avere in mano la strategia vincente.
Lo svedese, già trionfatore nel 2022, ha dovuto accontentarsi del secondo posto nonostante una gestione gara brillante da parte del team Andretti. Dopo l’ultima sosta, Ericsson era rientrato in testa e ha tenuto dietro Palou per diversi giri, finché lo spagnolo ha rotto gli indugi con una manovra pulita e decisa, sfruttando anche la scia creata dai doppiati DeFrancesco e Foster. Per Ericsson, nessuna possibilità di replica.
Alle loro spalle, David Malukas ha completato il podio. Sempre nel gruppo dei pretendenti, non è però mai riuscito a mettere nel mirino la prima posizione. Quarto posto per Pato O’Ward, ancora una volta tra i protagonisti ma ancora una volta fuori dalla festa più grande. A seguire, Felix Rosenqvist e Kyle Kirkwood – quest’ultimo autore di una notevole rimonta partendo dall’ottava fila.
Settimo Santino Ferrucci, conferma del buon momento del team Foyt che ha piazzato due vetture nella top 7. Ottavo Christian Rasmussen, davanti a Christian Lundgaard e Conor Daly, che ha chiuso la top ten. Appena fuori Takuma Sato, che dopo un ottimo avvio dal fronte della griglia ha perso terreno nella seconda parte della corsa.
Buona la prestazione di Callum Ilott, unico superstite del team Prema al traguardo. Scattato dalla settima fila, il britannico ha lottato con i migliori prima di essere rallentato da qualche errore ai box. Ma nel complesso, la sua prestazione – come quella del team veneto – è stata decisamente positiva, anche se ha pesato l’uscita di scena del poleman Robert Shwartzman.
Il pilota russo-israeliano, protagonista di un'ottima partenza nonostante la pioggia che aveva ritardato lo start, ha mantenuto la testa per diversi giri, ma ha dovuto alzare bandiera bianca all’88° passaggio a causa di un incidente ai box. Entrato in corsia per la sosta, ha sbagliato il punto di frenata su un fondo scivoloso, finendo lungo e colpendo involontariamente un meccanico, poi soccorso in barella. Nonostante l’amaro epilogo, Shwartzman ha dimostrato di essere competitivo fin dal debutto.
Momenti di paura anche ai box del team Carpenter, dove un meccanico è stato investito dalle fiamme innescate dalla vettura di Alexander Rossi. Il vincitore dell’edizione 2016 si era fermato dopo aver notato del fumo provenire dalla sua Dallara motorizzata Chevrolet, ma una perdita di carburante ha provocato un principio d’incendio, fortunatamente senza gravi conseguenze.
Tra le note dolenti di giornata c'è il team Penske, affondato da una serie di eventi sfortunati. L’unico a vedere la bandiera a scacchi è stato Will Power, 19° dopo un rabbocco di carburante obbligato a pochi giri dalla fine. Scott McLaughlin ha salutato la gara ancora prima del via, finendo contro le barriere durante il giro di formazione. Josef Newgarden, invece, ha dovuto parcheggiare per un problema all’alimentazione quando era in piena lotta per il podio.
Out anche Ryan Hunter-Reay, che si è ritirato proprio nel momento cruciale del suo ultimo pit stop, poco prima di rientrare in gioco per la vittoria. La corsa, già cominciata con oltre 40 minuti di ritardo per la pioggia, è stata interrotta più volte nella prima metà dai tanti incidenti, tra cui quello che ha coinvolto anche Marco Andretti.
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