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LA MIGLIOR GARA DI HAMILTON, LA PEGGIOR VERSIONE DI LECLERC

  • Immagine del redattore: Simone Marchetti Cavalieri
    Simone Marchetti Cavalieri
  • 8 lug
  • Tempo di lettura: 3 min
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Il fine settimana di Silverstone ha messo in mostra, ancora una volta, i limiti e le potenzialità della Ferrari. Sin dalle prime prove libere, le SF-25 avevano lasciato intravedere segnali promettenti su un tracciato che sembrava adattarsi bene alle caratteristiche della monoposto. Anche in qualifica, nonostante alcune imprecisioni, le premesse per lottare almeno per un podio c’erano tutte. Ma la domenica, con un clima instabile e condizioni variabili, ha spazzato via ogni illusione: la gara ha riportato a galla tutte le carenze meccaniche della Ferrari, soprattutto nella gestione del passo gara e nei tratti a bassa velocità.


Leclerc ha vissuto una giornata particolarmente difficile, commettendo una lunga serie di errori, sia personali che strategici. Al contrario, il weekend di Lewis Hamilton — al suo primo Gran Premio di casa da ferrarista — è stato probabilmente il migliore della sua stagione. Già dalle libere, l’inglese è apparso più motivato e preciso del solito, facendo intravedere una lucidità ritrovata che ha mantenuto fino alla bandiera a scacchi.


Il quarto posto finale può sembrare deludente, ma va letto nel contesto corretto. Al momento, Ferrari non è una certezza nella lotta per il podio — salvo rare eccezioni, come l’Austria. In quest’ottica, pretendere sempre risultati da top team ogni weekend appare poco realistico.


Hamilton, comprensibilmente amareggiato per non essere salito sul podio nel suo GP di casa, ha comunque disputato una gara estremamente solida. Lo si è visto soprattutto nella gestione delle differenze di passo: la SF-25 soffriva nei tratti più lenti — un limite visibile anche ad occhio nudo — ma Lewis ha saputo compensare nelle sezioni veloci, risultando spesso tra i migliori insieme alle McLaren.


È vero, non è riuscito a superare Hulkenberg. Ma va riconosciuto che il tedesco ha disputato una gara eccezionale. Se escludiamo Norris e Piastri, lui e Hamilton sono stati i più rapidi in pista in ogni fase della corsa. Il podio è sfuggito a Lewis solo per due lunghi nel finale, dopo il passaggio alle gomme soft sull’umido: forzava parecchio nei curvoni veloci, e in quelle condizioni due sbavature ci stanno. Anche perché, al contrario di Leclerc, non gli sono costate nulla.


Insomma, Silverstone ha restituito un Hamilton competitivo e preciso, autore di una prestazione nettamente migliore rispetto al suo compagno di squadra. Gli è finito davanti sia in qualifica che in gara, su un tracciato dove anche Leclerc ha spesso mostrato buone cose, pur senza risultati eclatanti.


Non dimentichiamo che solo poche gare fa Lewis veniva criticato aspramente per i distacchi in qualifica e per le sue lamentele sul bilanciamento della vettura, mentre Leclerc veniva descritto come quello “che aveva capito la macchina”. Eppure, oggi, il gap in qualifica si è ridotto, e in gara Hamilton sta dimostrando una crescente solidità.


Se questa tendenza dovesse confermarsi nella seconda parte della stagione, allora qualcuno dovrà iniziare a rivedere la propria narrativa. Cosa si dirà, a quel punto? Che il team ha sviluppato la SF-25 seguendo le indicazioni di Hamilton? Che lo stile di guida del campione inglese ha influenzato l'evoluzione della monoposto?


Personalmente spero che Leclerc riesca a chiudere il campionato davanti. Perdere il confronto con un pilota di quasi quarant’anni, arrivato in squadra anche per motivi d’immagine, sarebbe difficile da digerire. Ma se le prestazioni continuano su questa linea, sarà inevitabile porsi qualche domanda — anche tra chi ha sempre dato per scontato chi fosse il primo della classe.



© Simone Marchetti Cavalieri

 
 

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