LA LEZIONE DI ADATTAMENTO DELLA MCL39
- Simone Marchetti Cavalieri
- 3 giu
- Tempo di lettura: 2 min

Com’era prevedibile, gran parte dell’attenzione sul Gran Premio di Barcellona si è concentrata sulle nuove ali anteriori, messe sotto esame alla luce delle recenti direttive sulla flessibilità. Tuttavia, già dalle prime prove libere è apparso evidente che gli equilibri tra i team di vertice non sono stati sconvolti. Anzi, l’aspetto più interessante del weekend è stato osservare come le squadre di punta hanno adattato le proprie configurazioni a un tracciato notoriamente esigente come quello catalano.
Il Circuit de Barcelona-Catalunya è un banco di prova fondamentale per le monoposto: chi si comporta bene qui, in genere ha una vettura completa e ben bilanciata. I quattro top team si sono presentati con soluzioni tecniche piuttosto simili: un’ala anteriore più rigida, con flap molto inclinati, e un’ala posteriore ad alto carico per affrontare al meglio i lunghi curvoni e contenere il degrado degli pneumatici.
La vera svolta è arrivata da McLaren, che dopo le FP1 ha scelto di tornare alla configurazione con ala posteriore a medio-alto carico, già utilizzata frequentemente in questa stagione. Da quel momento, la MCL39 ha iniziato a brillare nel primo settore, pur cedendo qualcosa nel terzo, dove Verstappen ha mantenuto un vantaggio percorrendo in pieno l’ultima curva.
I dati della qualifica confermano che la McLaren non ha eccelso in velocità massima — i quattro top team si sono mossi tutti attorno ai 325 km/h, con l’eccezione di Russell che ha beneficiato di una scia. Nonostante ciò, la MCL39 è rimasta estremamente competitiva sul giro completo, segno di una vettura capace di generare carico aerodinamico in modo molto efficace, anche senza configurazioni particolarmente estreme.
Questo rappresenta un chiaro punto di forza del progetto McLaren, ma evidenzia anche quello che potrebbe essere l’unico limite attuale: l’efficienza aerodinamica pura e la velocità sul dritto, elementi che potrebbero fare la differenza su circuiti a bassa deportanza come Baku.
In un contesto in cui si cerca continuamente di individuare presunti vantaggi irregolari, McLaren continua a distinguersi per il proprio approccio silenzioso e concreto: lavoro mirato, programmazione attenta, e scelte tecniche audaci. Risultato? Sono lì davanti con merito.
© Simone Marchetti Cavalieri