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INDYCAR: PALOU DOMINA ANCORA A ROAD AMERICA

  • Immagine del redattore: Redazione
    Redazione
  • 22 giu
  • Tempo di lettura: 3 min

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Dopo due weekend a secco, Alex Palou è tornato a fare la voce grossa nella IndyCar, trionfando sul circuito di Road America, uno dei suoi territori di caccia preferiti. È la terza vittoria per lui su questo tracciato — dopo quelle del 2021 e del 2023 — a conferma di un feeling speciale con Elkhart Lake. La gara, nona tappa del campionato, è stata tutto tranne che lineare: ben cinque neutralizzazioni e continui stravolgimenti di strategia hanno messo alla prova nervi e lucidità di piloti e team. Ma in mezzo al caos, il leader del campionato è rimasto freddo, chirurgico, e si è preso tutto.


La chiave? Un colpo di scena a due giri dalla fine. Il compagno di squadra Scott Dixon, in testa, è stato costretto a rientrare per un rapidissimo rifornimento ("splash and go") a causa del carburante agli sgoccioli. Palou ha così ereditato la leadership proprio nel momento decisivo.


Ma sarebbe ingeneroso ridurre la corsa di Dixon a un errore di calcolo. Il veterano neozelandese, penalizzato in qualifica e costretto a partire dalla venticinquesima casella, ha messo in scena una rimonta d’altri tempi. Grazie anche a una strategia audace — restare fuori durante la terza caution quando quasi tutti rientravano — ha risalito il gruppo approfittando delle numerose interruzioni. Alla fine ha chiuso nono: risultato che non racconta la grandezza della sua prestazione, ma che aggiunge un altro capitolo alla leggenda del 44enne cinque volte campione.


Alle spalle di Palou, a completare il podio, troviamo uno scatenato Felix Rosenqvist e un solidissimo Santino Ferrucci. Per lo svedese è un ritorno al top dopo oltre un anno di digiuno, mentre Ferrucci conferma il momento positivo, aggiungendo un terzo posto al secondo ottenuto a Detroit. Quarto Kyle Kirkwood, vincitore delle due tappe precedenti, che è riuscito a restare agganciato al gruppo di testa in una gara ad alto coefficiente di imprevedibilità.


Il team Meyer Shank può festeggiare un doppio piazzamento di peso: oltre al podio di Rosenqvist, anche Marcus Armstrong ha concluso in quinta posizione, davanti al giovane Kyffin Simpson. Settimo David Malukas, protagonista di una vera odissea: finito nella ghiaia al primo giro dopo un contatto con Lundgaard, ha innescato la prima caution, ma è riuscito a rientrare senza perdere un giro e, complice la sequenza di bandiere gialle, ha risalito la china fino alle posizioni che contano.


Ottava posizione per Nolan Siegel, il migliore tra i piloti McLaren. Chiudono la top ten Rinus Veekay e Louis Foster, quest’ultimo partito dalla pole ma incapace di convertire la qualifica in un risultato di rilievo.


Male invece il team Penske, uscito con le ossa rotte da questo appuntamento. Il miglior risultato è stato il dodicesimo posto di Scott McLaughlin, seguito da Will Power in quattordicesima posizione. Giornata da dimenticare per Josef Newgarden, finito fuori gara al 30° giro dopo aver perso la vettura in uscita di curva e centrato le barriere.


Tra i ritiri eccellenti anche Robert Shwartzman, fuori dopo appena tre tornate a causa di un violento impatto contro le barriere. Per il team Prema resta la consolazione del quindicesimo posto di Callum Ilott, autore di una gara lineare in un contesto dove la confusione ha fatto da padrona.


Il GP di Road America ci ha ricordato che, in IndyCar, niente è scritto fino all’ultima curva. E quando tutto si mescola, spesso emergono i soliti nomi. Palou consolida la leadership, Dixon dimostra ancora una volta di essere eterno, e la battaglia per il titolo resta apertissima.




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