IL VERO LIMITE DELLA SF-25
- Simone Marchetti Cavalieri
- 7 giorni fa
- Tempo di lettura: 2 min

Quella di Jeddah è stata una prestazione più che dignitosa della Rossa, se la si guarda nel contesto generale. Tuttavia, vorrei soffermarmi su un punto che continua a tornare ossessivamente: l’altezza da terra della SF-25.
È vero, questo tema ha dominato la discussione dopo Melbourne, dove si era visto chiaramente un cambio d'assetto tra libere e qualifiche. Ma oggi, arrivati alla quinta gara, ha ancora senso tirare in ballo sempre la stessa questione? Siamo seri: davvero pensate che in Ferrari si presentino ogni venerdì con un assetto perfetto, per poi sabato stravolgerlo alzando la macchina e compromettendo tutto? Sarebbe un errore talmente grossolano da non essere credibile. È evidente che, con serbatoio pieno, questa vettura non può permettersi le altezze minime ottimali. Dunque, perché mai dovrebbero provare assetti irrealistici che non potrebbero usare in qualifica o gara?
Il problema è un altro: la Ferrari oggi non ha abbastanza margine per fare lo step decisivo in Q3. La McLaren, invece, grazie a un carico aerodinamico straordinario e a un grip meccanico di altissimo livello, riesce a performare subito, anche in condizioni complicate, dimostrando tutta la bontà del progetto MCL39.
La verità è semplice: la SF-25 non è una cattiva macchina in senso assoluto, ma è nata meno competitiva di quanto si sperasse. Il cambio di filosofia tecnica, pensato per puntare più in alto, ha sì migliorato il comportamento nelle curve veloci, ma ha peggiorato drasticamente quello nelle curve lente, dove ora la Ferrari soffre più di altri. In sostanza, ha perso il suo punto di forza senza acquisirne realmente di nuovi.
Red Bull e McLaren, già dal 2022, hanno lavorato su concetti complessi, soprattutto sulle sospensioni. Provare a recuperare in ritardo, con soluzioni ancora convenzionali, non poteva che essere rischioso. Bastava guardare i primi onboard dei test per capire che i veri problemi della SF-25 non erano tanto legati all’altezza da terra, ma alla base stessa del progetto.
Anche sugli aspetti aerodinamici, la Ferrari non mostra nulla di particolarmente innovativo o estremo. Sperare che la nuova direttiva sulle ali, attesa a Barcellona, possa colmare il gap è lecito, ma, a mio parere, poco realistico.
Dunque, basta con le analisi indulgenti che parlano di problemi improvvisi o facilmente correggibili. E smettetela pure con le analisi disfattiste, che la realtà è sempre meno sensazionalistica.
© Simone Marchetti Cavalieri