IL RITORNO DI MAX È REALE
- Simone Marchetti Cavalieri

- 21 ott
- Tempo di lettura: 2 min

Il peggior incubo per la McLaren sta diventando realtà: Max Verstappen è tornato in corsa per il mondiale 2025. Dopo la gara d’Olanda, il distacco da Norris superava i cento punti; oggi, il campione della Red Bull ne ha già recuperati più di sessanta. E se c’è un pilota che non vuoi trovarti di fronte in un finale di stagione del genere, è proprio lui.
Le cause sono molteplici: rotture meccaniche, strategie rivedibili, pit stop imprecisi e qualche errore evitabile. Un insieme di sbavature che, sommate, hanno riaperto un mondiale che sembrava in cassaforte. E Verstappen, da parte sua, non ha perso tempo nel cogliere l’occasione.
Ad Austin è stato perfetto. La sua RB21 ha confermato i progressi visti nelle ultime gare: una vettura finalmente costante, capace di adattarsi a circuiti e condizioni molto diverse tra loro. Il lavoro aerodinamico Red Bull, che consente un assetto più basso senza compromettere la stabilità, ha funzionato anche sul tracciato texano — uno dei più complicati in assoluto per chi osa “viaggiare rasoterra”.
In qualifica la Red Bull si è sempre difesa bene, ma da Monza in poi anche il passo gara è cresciuto in modo evidente. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: Verstappen è di nuovo lì, minaccioso, e per Norris e Piastri si prospetta una parte finale di stagione tutt’altro che serena.
Lando, in ogni caso, ha gestito bene un weekend difficile. Dopo essere stato eliminato nel caos della prima curva al sabato, in gara ha rimontato con autorità fino al secondo posto. Un risultato solido, ma che lascia l’amaro in bocca se si considera il potenziale della MCL39. L’inglese non ha sbagliato nulla, ma contro un Verstappen in queste condizioni sembra sempre mancare qualcosa.
Piastri, invece, ha vissuto una domenica più complicata. L’assetto scelto era prudente, il ritmo poco incisivo, e un banale errore di track limits nella lotta con Leclerc gli è costato caro, condizionando gran parte della sua corsa. A questo si è aggiunto l’ennesimo pit stop sottotono. Alla fine, l’australiano ha portato a casa il massimo possibile senza prendersi rischi inutili, ma la sensazione è che non sia mai riuscito a entrare davvero nel ritmo.
Quanto a Leclerc, partito terzo, arrivato terzo: non ha mai avuto passo per lottare con i primi né per contenere stabilmente Hamilton, che per lunghi tratti è apparso più veloce.
Hamilton, invece, ha disputato un ottimo weekend, costante e pulito. La sua partenza è stata splendida — due sorpassi all’esterno su Piastri e Russell — ma, curiosamente, passata quasi inosservata. Nel complesso, il britannico ha fatto la differenza dove contava.
Da segnalare anche Hulkenberg, ottavo, autore di una gara concreta davanti a Bearman e ad Alonso, solo decimo. L’Aston Martin continua a deludere: investimenti enormi, promesse altisonanti, ma risultati sempre più modesti.
Il quadro è chiaro: la McLaren ha riaperto la porta proprio a chi non bisognava invitare. Verstappen è di nuovo lì, e quando ritrova velocità, fiducia e costanza, tutto il resto del gruppo sa già come finisce la storia.
© Simone Marchetti Cavalieri

