GP SPAGNA: PIASTRI INARRESTABILE
- Redazione

- 1 giu
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Nove gare disputate, cinque vinte. Oscar Piastri sta costruendo qualcosa che assomiglia molto a una candidatura seria per il titolo iridato. È ancora giugno, vero: il calendario dice che mancano 15 appuntamenti, e la stagione ha ancora spazio per svolte e colpi di scena. Ma ciò che ha colpito nel Gran Premio di Spagna è la lucidità chirurgica con cui l’australiano ha gestito i 66 giri del tracciato di Montmelò. Una prestazione che ha messo in secondo piano anche Lando Norris, reduce dalla brillante affermazione di Monte Carlo, ma costretto a inseguire il compagno sia al sabato sia in gara.
Il weekend catalano ha anche offerto una conferma pesante: la McLaren-Mercedes è in una forma strepitosa. Il caldo spagnolo non ha rallentato la MCL39, anzi: ha esaltato la sua capacità di adattarsi a qualsiasi tipo di gomma. E mentre alcune squadre sembravano smarrite di fronte alla nuova direttiva tecnica che limita la flessibilità delle ali anteriori, il team di Woking ha risposto con un sorriso ironico. Nessuna crisi, nessun passo indietro. Se qualcosa è cambiato, è solo per gli altri.
Con la vittoria di Montmelò, Piastri centra il quinto sigillo stagionale dopo quelli di Shanghai, Sakhir, Jeddah e Miami – gli ultimi tre consecutivi. E anche Norris, dopo una partenza poco brillante che lo ha visto cedere la posizione a Max Verstappen, è riuscito a rimontare e portare a casa un solido secondo posto. Il duello interno alla McLaren si fa interessante: prima della gara spagnola, Norris era a tre lunghezze dal compagno; ora lo inseguirà con un gap di dieci punti. Ma la stagione è lunga, e le occasioni per ribaltare la situazione non mancheranno.
Nel frattempo, la McLaren ha guadagnato terreno anche rispetto a Verstappen, terzo in classifica. Red Bull-Honda ha provato a inventarsi qualcosa, ricorrendo a una strategia con tre soste per provare a contenere i due piloti di Woking. E in parte ci era riuscita: l’olandese era riuscito a rimanere agganciato a Norris. Ma nel finale, l’episodio che ha stravolto tutto: la power unit di Andrea Kimi Antonelli ha ceduto, costringendolo al ritiro e provocando l’ingresso della safety car.
A quel punto, le scelte strategiche hanno fatto la differenza. Piastri e Norris sono rientrati per montare gomme soft, mentre Verstappen ha dovuto accontentarsi delle hard, non avendo alternative disponibili. Un azzardo? Forse. Alla ripartenza, la Red Bull ha perso trazione nell’ultima curva ed è stata infilata prima da Leclerc, poi da Russell. Il monegasco ha anche sfiorato la fiancata dell’olandese sul rettilineo, senza intenzionalità, ma tanto è bastato a scombussolare le carte.
Poco dopo, alla prima staccata, Russell ha provato l’attacco all’interno. Verstappen avrebbe potuto resistere all’esterno, ma ha scelto di tagliare la variante, uscendo davanti alla Mercedes. Il team gli ha chiesto di restituire la posizione, e qui è andato in scena l’ennesimo episodio da “Verstappen contro tutti”. L’olandese ha ceduto il passo, ma subito dopo ha colpito Russell alla curva 5 con una manovra incomprensibile. Risultato: 10 secondi di penalità e una gara gettata al vento. Da quinto a decimo, da dieci punti a uno. Un nervosismo che pesa, e che rischia di allontanarlo sempre più dalla vetta.
Sul podio è salito Charles Leclerc, autore di un’altra gara da incorniciare dopo Monte Carlo. Partito settimo, ha sfruttato la strategia e la grinta nei sorpassi per risalire fino al terzo posto. Notevole il duello con Hamilton, che lo ha costretto a guadagnarsi ogni centimetro. Il monegasco è stato aggressivo ma lucido, e il sorpasso su Verstappen nel finale vale oro per la Ferrari.
Hamilton, dal canto suo, ha faticato. A fine gara ha parlato di una SF-25 difficile da gestire, specie sul passo gara. Ma a bruciare davvero sarà l’onta dell’ultimo giro, quando Nico Hülkenberg, con una Sauber-Ferrari decisamente meno competitiva, lo ha beffato. Un colpo durissimo per il sette volte iridato, che guarda a Montreal con più interrogativi che certezze.
Intanto, Ferrari sorride in classifica costruttori: con 165 punti è seconda, avendo superato sia Red Bull che Mercedes. La McLaren, a quota 362, appare lontana, ma il segnale è arrivato forte e chiaro.
Russell può consolarsi con il quarto posto, nonostante una partenza difficile. Antonelli, invece, ha mostrato segnali incoraggianti prima del ritiro. E ancora una volta Isack Hadjar è stato protagonista: settimo al traguardo con la Racing Bulls-Honda, ha permesso alla squadra di Faenza di superare la Haas nella classifica costruttori. Male invece Ocon e Bearman, coinvolti in duelli accesi ma inconcludenti.
Pierre Gasly ha portato un insperato ottavo posto alla Alpine-Renault, che però resta fanalino di coda tra i team. Nelle retrovie anche Franco Colapinto, incapace di emergere, e un deludente Yuki Tsunoda. Primo punto del 2025 per Fernando Alonso con l’Aston Martin, mentre la Williams continua a faticare in ogni condizione.
Il Mondiale è ancora lungo, ma il messaggio di Montmelò è chiaro: Oscar Piastri non è più una promessa. È una minaccia concreta.
© Cavalieri Garage & Co.

