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GP MONACO: NORRIS TRIONFA SOTTO PRESSIONE

  • Immagine del redattore: Redazione
    Redazione
  • 26 mag
  • Tempo di lettura: 3 min

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Lando Norris ha risposto presente. Con la freddezza dei campioni, ha gestito ogni fase del Gran Premio di Monaco con una lucidità impressionante: impeccabile al via, concentrato nei primi giri sempre caotici e spietato nel finale, quando la pressione esercitata da Charles Leclerc si è fatta asfissiante. La sua è stata una prestazione da manuale, coronata dalla seconda vittoria stagionale – dopo Melbourne – e dalla sesta in carriera. Curiosamente, quattro di queste sono arrivate su circuiti cittadini: Miami e Singapore nel 2024, Melbourne e Monte Carlo quest’anno.


Norris ha comandato la gara con autorità, fatta eccezione per il consueto balletto dei pit-stop, che ha temporaneamente promosso Leclerc e Verstappen in testa. Proprio negli ultimi giri, sotto il forcing del ferrarista, il britannico ha mostrato un raro momento di tensione, lasciando intravedere qualche incertezza. Non a caso Leclerc, via radio, ha commentato ironicamente le sue sbavature. Norris, però, ha ritrovato subito la calma e, a scanso di equivoci, ha stampato il giro più veloce proprio all’ultima tornata: un chiaro messaggio a tutti.


Alle sue spalle, Oscar Piastri ha chiuso al terzo posto consolidando – seppur di poco – la leadership del mondiale. L’australiano ha ora appena tre punti di vantaggio sul compagno di squadra, e non nasconde un po’ di rammarico per una qualifica che avrebbe potuto dargli di più. In gara, però, ha raccolto il massimo disponibile.


Leclerc ha vissuto un weekend di altissimo livello: miglior tempo in tutte e tre le sessioni di prove libere, secondo in qualifica per un soffio e di nuovo secondo in gara. Ci ha provato in tutti i modi, ma non è mai riuscito a trovare uno spiraglio per attaccare la McLaren di Norris. Resta comunque il suo miglior risultato stagionale, così come per la Ferrari, dopo il podio di Jeddah.


Resta da capire se la scuderia di Maranello riuscirà a mantenere questo livello anche nei prossimi appuntamenti – già da Montmelò – o se torneranno i soliti alti e bassi.


Lewis Hamilton, invece, ha saputo rimontare fino al quinto posto dopo una penalità controversa in qualifica che lo aveva retrocesso dalla seconda alla quarta fila. Partito settimo, ha sfruttato una strategia intelligente che gli ha permesso di guadagnare due posizioni. Resta però il rimpianto per ciò che avrebbe potuto essere senza quella sanzione.


Weekend amaro per Max Verstappen, fuori dal podio con una quarta posizione che corrisponde alla sua griglia di partenza. La Red Bull ha provato a giocare la carta della strategia, tenendolo in pista a lungo in attesa di un’eventuale safety car o bandiera rossa che non è mai arrivata. Un bluff che non ha pagato.


Decisamente positiva, invece, la prova della Racing Bulls-Honda. Isack Hadjar ha ottenuto il miglior risultato della sua giovane carriera chiudendo sesto, grazie anche a un gioco di squadra perfetto con Liam Lawson. Il neozelandese ha rallentato il gruppo per favorire l’undercut del compagno, che ha così sfruttato al meglio la regola dei due pit-stop obbligatori introdotta per questa gara. Lawson, a sua volta, ha centrato i primi punti della stagione con un ottavo posto molto meritato.


In grande spolvero anche Esteban Ocon, settimo con la Haas-Ferrari al termine di un weekend costruito già dalla qualifica. Dopo i punti di Sakhir e l’incredibile quinto posto di Jeddah, il francese ha già raggiunto quota 20 punti in stagione, confermandosi una delle sorprese più solide. Weekend negativo invece per Bearman, mai davvero in partita.


La Williams può sorridere con entrambi i piloti a punti: Albon nono e Carlos Sainz decimo. Gara accorta e intelligente per entrambi, in un circuito che non perdona errori.


Meno comprensibile, invece, la gestione strategica in casa Mercedes. George Russell ha ricevuto un drive through per non aver ceduto la posizione ad Albon dopo un taglio di chicane: un errore che ha spinto la direzione gara a intervenire con severità. Peggio è andata a Kimi Antonelli, rimasto in pista con le gomme hard fino a tre giri dal termine in una scelta inspiegabile. Il risultato? Ultimo al traguardo.


Peccato per Fernando Alonso, che aveva la sesta posizione in pugno prima di dover parcheggiare l’Aston Martin per un guasto al motore. Nulla da segnalare per Sauber-Ferrari e Alpine-Renault, con Gasly autore di un errore pesante che ha causato un contatto con Tsunoda all’uscita del tunnel.


La nuova regola FIA dei due pit-stop obbligatori, pensata per movimentare la gara, ha avuto un effetto limitato: più confusione che spettacolo. Solo i primi cinque hanno tagliato il traguardo a pieni giri, a testimonianza di quanto il traffico generato dai doppiati abbia inciso sulla fluidità della corsa.




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