GP ITALIA: IL RITORNO DI REDBULL IN GRANDE STILE
- Redazione
- 8 set
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In una domenica che ha regalato all’Italia soddisfazioni sportive di ogni genere – dalla conferma del dominio Ducati in MotoGP, all’impresa mondiale delle ragazze del volley, fino alla finale Slam di Jannik Sinner a New York – la nota stonata è arrivata proprio da Monza, la casa della Ferrari. Dopo la festa di Milano e le parole altisonanti che avevano acceso le speranze dei tifosi, il ritorno in pista ha riportato tutti con i piedi per terra: promesse tante, sostanza poca.
Lo si era già intuito: solo un miracolo avrebbe potuto permettere a Charles Leclerc, o persino a Lewis Hamilton, di scalare fino al podio. Red Bull e McLaren viaggiavano su un altro livello. E infatti, nonostante un avvio coraggioso con il duello contro Oscar Piastri, il monegasco ha progressivamente perso terreno. Resta comunque lodevole la sua capacità di contenere la Mercedes di George Russell e difendere la quarta posizione, la stessa conquistata a Budapest. Una gara ordinata, senza lampi ma anche senza errori. Hamilton, partito decimo, ha costruito con pazienza la sua rimonta fino al sesto posto: avrebbe potuto insidiare Russell, ma la SF25 non gli ha concesso di più. Un piccolo sorriso, per Maranello, viene dai numeri: 20 punti portati a casa contro i 12 della Mercedes, con un margine di vantaggio che ora si attesta a 20 lunghezze (280 a 260) nella classifica costruttori.
Il dominatore di Monza, però, è stato ancora una volta Max Verstappen. La sua Red Bull-Honda ha mostrato un’efficienza sorprendente, tanto che lo stesso ingegnere Gianpiero Lambiase ha ammesso di non aspettarsi un margine simile. Set-up perfetto, usura minima degli pneumatici e un passo gara irresistibile: dopo una breve schermaglia iniziale con Lando Norris, l’olandese ha salutato la concorrenza e accumulato un vantaggio che al traguardo è diventato di 19 secondi. Per lui è il terzo successo stagionale, il 66° in carriera, e un bottino che accorcia le distanze su Norris e consolida la terza piazza in campionato. Red Bull, nel frattempo, riduce a -21 il distacco dalla Mercedes nella lotta costruttori.
La McLaren, invece, ha dovuto fare i conti con le caratteristiche di Monza, pista poco favorevole alla MCL38. Norris non è riuscito a restare agganciato alla scia di Verstappen, mentre Piastri ha pagato un avvio incerto. La strategia di ritardare al massimo la sosta gomme si è rivelata un azzardo non premiato dall’assenza di safety car. Per di più, un problema al pit-stop ha fatto scalare Norris dietro al compagno. È servito l’intervento diretto di Andrea Stella per ristabilire le gerarchie, con Piastri che ha ceduto la posizione con fair play. Un gesto di squadra che ha meritato applausi, anche se in termini di punti non cambia la sostanza: Norris recupera solo tre lunghezze sul leader del mondiale.
Giornata amara per la Mercedes: quinto Russell, nono Antonelli. Il giovane bolognese ha centrato di nuovo la zona punti ma con diversi errori – partenza sbagliata, lungo alla Roggia e penalità per una manovra scorretta su Albon che gli è costata una posizione. Al contrario, proprio Albon ha brillato: settimo con la Williams, confermando il buon momento dopo il quinto posto di Zandvoort. Deludente Carlos Sainz, fuori dalla top ten per un contatto con Bearman che lo ha relegato all’undicesimo posto.
Tra le sorprese, la Sauber-Ferrari di Gabriel Bortoleto, ottavo dopo una qualifica solida e una gara consistente. Menzione d’onore anche per Isack Hadjar: partito addirittura dalla pit-lane, è riuscito a chiudere decimo con la Racing Bulls-Honda. Amara invece l’ennesima domenica della Aston Martin: Alonso ha danneggiato la sospensione dopo un errore all’Ascari, Stroll è rimasto lontano dalla zona punti.
Monza ha confermato ciò che molti temevano: la Ferrari resta una buona macchina, ma non sufficiente per ambire davvero al vertice. Mentre Verstappen continua a scrivere la sua storia e la McLaren si dimostra squadra capace di compattezza e sacrificio, a Maranello si torna a fare i conti con la realtà.
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