GP EMILIA ROMAGNA: VERSTAPPEN BEFFA TUTTI, FERRARI ANCORA UN ENIGMA
- Redazione

- 19 mag
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Il Gran Premio di Imola si è deciso subito, nel cuore della prima staccata. Oscar Piastri, impeccabile in qualifica, è scattato bene dalla pole position. Accanto a lui, George Russell ha avuto un ottimo avvio, affiancando Max Verstappen, che invece ha perso un attimo di troppo nei primi metri. Ma proprio lì, quando la gara si comprime in un battito di ciglia, è emersa la freddezza del campione olandese. Piastri, all’interno, ha alzato il piede un soffio prima per gestire Russell: tanto è bastato. Verstappen, chirurgico, ha affiancato entrambi all’esterno e si è infilato davanti. Una manovra tanto audace quanto pulita, da maestro.
Un’occasione sprecata per Piastri, che dopo quella frenata prudente non ha più avuto l’opportunità di impensierire la Red Bull. Rispetto alle difficoltà del venerdì, la RB21 è sembrata rinata: solida, veloce e soprattutto equilibrata nella gestione delle gomme. A facilitare il compito di Verstappen anche un pizzico di fortuna – fondamentale in ogni gara che conta – con il pit-stop effettuato proprio sotto regime di Virtual Safety Car, entrata in pista per rimuovere la Haas di Ocon ferma all’uscita della Tosa. Così, mentre gli altri rallentavano, Max rientrava in pista mantenendo la leadership.
Piastri, pur provando un undercut anticipato, si è trovato invischiato nel traffico e ha dovuto ricostruire la sua gara sorpasso dopo sorpasso. Senza quella VSC, forse, la storia sarebbe stata diversa. Forse.
Nel frattempo, più avanti sul tracciato, Imola si prendeva un altro protagonista: Andrea Kimi Antonelli. Ritirato a pochi chilometri dal traguardo, proprio quando tutto sembrava promettente, il giovane italiano ha visto sfumare una gara coraggiosa. L'ingresso della safety car in seguito al suo ritiro ha rimescolato ancora una volta le carte. Ma Verstappen, con gomme fresche, ha subito ristabilito le gerarchie al restart, lasciando dietro un Piastri ormai in difesa.
L’australiano ha poi duellato con il compagno di squadra Lando Norris in un confronto acceso, ma corretto. Alla fine, la McLaren ha incassato il secondo e terzo posto, consolidando la propria presenza ai vertici della classifica. Piastri resta leader con 146 punti, seguito da Norris a 133 e Verstappen che risale a 124.
Imola ha regalato spettacolo soprattutto nei punti caldi come il Tamburello, ma anche alla Villeneuve, dove Norris ha superato Russell con una manovra impeccabile. Una risposta concreta a chi – come parte della stampa britannica – ha recentemente criticato il circuito definendolo obsoleto e noioso. Eppure, 240mila spettatori in tre giorni, un tracciato tecnico e selettivo e gare intense in tutte le categorie: difficile chiedere di più.
La domenica aveva un sapore completamente diverso rispetto al sabato cupo della Ferrari. Dopo una qualifica da dimenticare, la Rossa ha mostrato segni di risveglio, pur restando ancora lontana dai livelli di Red Bull e McLaren. Charles Leclerc ha chiuso sesto, penalizzato dalla sfortuna nei pit-stop, soprattutto durante la VSC, e da una strategia finale conservativa. Il ritmo c’era, ma i dettagli ancora non tornano. Perché in qualifica crolla e in gara va forte? La risposta resta avvolta nel mistero.
Chi invece ha trovato la chiave di volta è stato Lewis Hamilton. Partito dodicesimo, è risalito fino a un brillante quarto posto, autore di una gara perfetta per ritmo, gestione e strategia. Determinante il doppio sorpasso su Leclerc e Albon nelle fasi finali. Hamilton, favorito anche da una manovra intelligente di Leclerc che ha preferito non rischiare una penalità per un contatto con Albon, ha capitalizzato ogni occasione. Il monegasco, per evitare i probabili cinque secondi di penalità, si è fatto superare prima da Hamilton e poi da Albon.
Alexander Albon è stato una delle sorprese della giornata: quinto posto per la terza volta in stagione (dopo Melbourne e Miami), premiato da una strategia efficace e da un’ottima lettura della gara, sfruttando a dovere la VSC. Anche Carlos Sainz è tornato a punti con l’ottavo posto, condizionato però da pit-stop gestiti in momenti poco favorevoli.
Non è stata una domenica da ricordare per la Mercedes. Russell, dopo un avvio promettente, è scivolato indietro chiudendo settimo, senza mai trovare un passo davvero competitivo. Antonelli, partito con gomme hard in una strategia diversa, ha ben figurato nella prima parte di gara contenendo Hamilton, ma è stato costretto al ritiro per un guasto tecnico.
Chi invece ha brillato è stato Isack Hadjar, nono con la Racing Bulls-Honda. Un risultato prezioso per lui e per il team di Faenza, che festeggia a pochi chilometri dalla propria sede. Ultimo punto disponibile conquistato da Yuki Tsunoda, che si è riscattato almeno parzialmente dopo l’errore di sabato.
Dopo il lampo in qualifica, l’Aston Martin è tornata a mostrare le sue debolezze sulla lunga distanza. Alonso e Stroll sono progressivamente spariti dai radar, concludendo fuori dalla zona punti. Il tanto atteso pacchetto di aggiornamenti non ha inciso come sperato. Gara coriacea ma fuori dai riflettori anche per Nico Hulkenberg, dodicesimo con la Sauber-Ferrari, mentre Pierre Gasly ha pagato caro l’azzardo iniziale nel tentare di resistere a Leclerc.
E Franco Colapinto? Il rientrante ha disputato una gara senza acuti ma con solida tenuta, ricordando – secondo alcuni – in tutto e per tutto lo stile di Jack Doohan. Chissà cosa ne pensa Flavio Briatore, nuovo team principal sempre al centro delle discussioni oltremanica.
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