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GP BELGIO: LA "NON VITTORIA" DI RUSSELL



Possiamo affermare senza esitazione che la "non vittoria" di Russell non è una rivincita del pilota sui computer e sugli ingegneri. È corretto? In effetti, sembra che Russell sia stato l'unico in grado di leggere le gare e comprendere l'usura delle gomme. Ieri, George è stato tra i primi a fermarsi ai box, trovandosi bloccato dietro Perez e Piastri, ed ha tentato un undercut che ha costretto tutti i piloti davanti a reagire. L'inglese non ha risparmiato energie durante il giro di rientro, guadagnando la posizione su Piastri, che però lo ha subito ripassato sul rettilineo del Kemmel. Russell non ha adottato un approccio prudente con le sue gomme dure nuove, essendo su una strategia a due soste e tentando l'undercut prima degli altri, data la difficoltà di sorpasso riscontrata da molti.


Per oltre dieci giri, Russell è rimasto negli scarichi di Perez, che nel frattempo era stato sorpassato da Piastri, riuscendo a superarlo solo al ventunesimo giro. Anche in questo caso, non stava certo risparmiando le gomme stando così vicino alla Red Bull per tanto tempo. Al ventiseiesimo giro, Hamilton ha risposto al pit stop di Leclerc, seguito da Piastri, e George si è ritrovato in testa alla gara. Da lì è iniziata la grande gestione di Russell. Una volta accettata la "follia" di tentare una sola sosta, l'inglese si è concentrato nel trattare con estrema cura le Pirelli hard.


La ciliegina sulla torta è stata la difesa da Hamilton negli ultimi due giri. Russell non spingeva troppo nel secondo settore, perdendo terreno ma riuscendo a conservare una trazione invidiabile all'uscita della Bus-Stop e della La Source, fondamentale per difendersi sul lungo rettilineo del Kemmel.


Tutto questo per sottolineare che Russell non aveva inizialmente previsto di fare una sola sosta, ma è riuscito a difendersi in modo esemplare e addirittura a fare il suo giro veloce all'ultimo passaggio! In conclusione, Russell meritava sicuramente la vittoria, ma non ha compiuto un miracolo mentre gli altri erano distratti. Semplicemente, come ha detto Leclerc, George era nella posizione di poter rischiare... e lo ha fatto. Male che andasse, sarebbe arrivato comunque sesto. Col senno di poi, tutti avrebbero potuto massimizzare quella strategia, ma avevano troppo da perdere essendo in lotta per la vittoria. Hamilton non aveva ragioni per lamentarsi nel post gara; se non si fosse fermato e un degrado eccessivo (più che possibile) gli avesse fatto perdere la gara? Quanti attacchi avrebbe ricevuto la Mercedes? Non scherziamo, semplicemente Russell ha fatto una scommessa e ha vinto. Ripeto, bravissimo... ma ha avuto fortuna.


Anche questa narrazione del pilota che sconfessa i computer e gli ingegneri va presa con cautela. Senza l'approvazione del box, non avremo assistito a nessuno degli scenari. Probabilmente le condizioni estremamente variabili dei giorni precedenti, i continui cambi di assetto, soprattutto in Mercedes con i due fondi, non hanno permesso ai team di raccogliere dati sufficienti, lasciando tutti con dubbi sulla gestione degli pneumatici.


Col senno di poi, tutti sono stati conservativi. E pensare che l'unico che probabilmente era partito con l'idea di tentare una sola sosta, Sainz, ha poi virato su una strategia in corsa alquanto dubbia. È curioso pensare che in Austria, con poche curve, c'è stato un degrado altissimo, mentre a Spa Russell è riuscito a fare 34 giri con le gomme hard migliorando i suoi tempi... in Pirelli avranno di che parlare nei loro debriefing estivi.



© Simone Marchetti

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