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GP AZERBAIJAN: PIASTRI SPRECA, VERSTAPPEN RIAPRE IL MONDIALE?

  • Immagine del redattore: Redazione
    Redazione
  • 22 set
  • Tempo di lettura: 3 min

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Forse adesso Max Verstappen ci crede davvero. Il trionfo a Baku, seconda vittoria consecutiva dopo Monza e quinta stagionale, ha riportato la lotta per il titolo piloti in una dimensione che fino a poche settimane fa sembrava archiviata. La Red Bull-Honda è tornata incisiva, veloce e affidabile proprio quando i due alfieri McLaren hanno conosciuto uno dei weekend più neri della loro stagione.


I numeri raccontano la nuova situazione: Verstappen sale a 255 punti, dietro a Lando Norris (299) e a Oscar Piastri, leader con 324. Mancano sette gare e il potenziale di punti disponibili, considerando anche le Sprint di Austin, San Paolo e Losail, sfiora quota 200. Non bastano ancora per alimentare certezze, ma due passi falsi di McLaren potrebbero cambiare la traiettoria di un campionato che sembrava già segnato.


Il copione di domenica si è scritto in fretta. La Williams e la Racing Bulls, miracolosamente davanti in qualifica, non avevano armi per reggere il passo della Red Bull: dopo poche curve Verstappen era già padrone della corsa. Da lì in avanti, tutto è stato gestione, precisione e freddezza. A meno di un errore, mai arrivato, la gara era segnata.


McLaren, invece, ha toccato il fondo. Piastri ha vanificato la rimonta già al via, scivolando indietro e finendo contro le barriere in un tentativo disperato di sorpasso. Un episodio che ha mostrato quanto la tensione accumulata tra qualifica e partenza possa pesare anche sui giovani fenomeni. Norris, da parte sua, non ha saputo trasformare l’occasione: partito solo settimo per un errore al sabato, ha chiuso nella stessa posizione senza mai riuscire a farsi strada nel traffico. Risultato? Solo sei punti recuperati sul compagno di squadra, che può considerarsi fortunato.


Se McLaren piange, Mercedes ritrova ossigeno. George Russell, debilitato dall’influenza, ha stretto i denti e con una strategia intelligente ha artigliato un meritatissimo secondo posto, tornando a sorridere sul podio. Al suo fianco, un Andrea Kimi Antonelli finalmente convincente: qualifica solida, gestione perfetta delle gomme e determinazione nei sorpassi. Il quarto posto finale ha restituito fiducia al giovane talento e riportato la Mercedes davanti alla Ferrari nel costruttori.


La Rossa, ancora una volta, ha illuso più del dovuto. Veloce al venerdì, poi smarrita tra errori e limiti cronici della SF25, ha incassato un weekend deludente. Hamilton e Leclerc hanno lottato tra di loro più che con gli avversari, chiudendo ottavo e nono in una scenetta finale che ha rasentato il grottesco. Un simbolo della confusione che regna oggi a Maranello.


Chi invece ha vissuto un piccolo miracolo è stato Carlos Sainz. Dopo mesi complicati in Williams, lo spagnolo ha trovato a Baku il weekend della rinascita: prima fila in qualifica e un podio difeso con tenacia in gara, riportando il team sul podio di una gara vera per la prima volta dal 2017. Una favola che ridà credibilità a un progetto troppo spesso sottovalutato.


A sorridere è stata anche la Racing Bulls, che con Liam Lawson ha raccolto un eccellente quinto posto. Il neozelandese ha persino avuto la soddisfazione di passare in pista Yuki Tsunoda, proprio il pilota che aveva preso il suo posto a inizio stagione. Un risultato che vale più dei punti, perché rafforza l’immagine di una squadra che sa valorizzare i propri giovani, come dimostrato anche dal decimo posto di Hadjar nonostante i problemi tecnici.


Tutto il resto è contorno: Sauber lontana, Aston Martin e Haas invisibili, Alpine ridotta a inseguire e a testimoniare gli errori di una gestione scellerata. Ma al di là delle comparse, il palcoscenico è stato tutto di Verstappen e della sua Red Bull.

L’olandese ha rimesso in moto un campionato che sembrava congelato. Forse Piastri resta il favorito, forse Norris saprà rialzarsi. Ma la sensazione, dopo Baku, è che la stagione non abbia ancora scritto il suo finale.




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