La definizione "One-Hit Wonder" è particolarmente utilizzata nel mondo musicale, ma si addice perfettamente alla carriera di Giancarlo Baghetti. "One-Hit Wonder" indica un personaggio che riscuote un largo successo, ma solo per un breve periodo.
Giancarlo Baghetti nasce a Milano il giorno di Natale del 1934 e vive la sua giovinezza in pieno "Boom". Inizia a correre e si mette in luce nelle formule minori. Siamo alla fine degli anni '50 e in Formula 1 è fresco il ricordo dell'Italia in cima al mondo con Farina e Ascari.
Il ricambio generazionale, con Musso e Castellotti, è stato tragicamente interrotto dagli incidenti mortali dei due. La tradizione dei motori impone che ci sia un italiano ai vertici, così Enzo Ferrari decide si affidare una sua vettura alla FISA, sigla che all'epoca designa la Federazione Italiana Scuderie Automobilistiche.
C'è una votazione interna e - per 5 voti su 8 - la Ferrari 156 va a Baghetti.
Giancarlo debutta a Siracusa, gara di grande tradizione ma non valida per il Mondiale, e subito vince. A Napoli stessa situazione e il milanese vince ancora.
Il 2 luglio si corre la gara mondiale a Reims.
Le aspettative su Giancarlo sono alte, ma lui è tranquillo. Si qualifica solo dodicesimo, mentre Phil Hill, Von Trips e Ginther, con le Ferrari ufficiali, monopolizzano la prima fila. Baghetti parte con cautela: risale piano e dopo 18 giri è quarto, dietro alle tre Ferrari ufficiali. Sarebbe già un successo, ma è destino che il 2 luglio sia la grande giornata di Baghetti.
Von Trips rompe il motore, Phil Hill è attardato e Ginther ha problemi alla pressione dell'olio. Baghetti si ritrova in testa, braccato dalle Porsche degli esperti Bonnier e Gurney. Sembra di essere tornati alla battaglia di Reims del 1953, tra Hawthorn, Fangio e Farina. I tre si scambiano le posizioni sui lunghi rettilinei.
A due giri dalla fine anche la Porsche di Bonnier cede: rimangono solo Gurney e Baghetti. L'americano è più esperto, ma Giancarlo corre come il più consumato dei piloti. All'ultima curva dell'ultimo giro Gurney passa primo, ma il rettilineo è lungo e la potenza della 156 maggiore: vince Baghetti in volata per un decimo di secondo!
Purtroppo, la striscia vincente del milanese finisce così. Nel 1962, con la Ferrari ufficiale, un quarto e un quinto posto, ma l'esplosione non arriva. Nel 1963 Baghetti si gioca tutto: segue un manipolo di fuoriusciti dalla Ferrari alla A-T-S, ma l'operazione non ha nessun successo.
Per qualche anno il milanese corre in modo occasionale con BRM, Lotus, Brabham e ancora la Ferrari, ma senza soddisfazioni. Nel '66 è secondo alla Targa Florio, nel '67 è tra i primi a soccorrere Bandini nel rogo di Montecarlo. Forse segnato dalla tragedia, lascia le corse. Avrà un buon successo come giornalista.
Giancarlo Baghetti muore a soli 60 anni, nel novembre del 1995.
© "Formula 1, Le Storie"
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