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CONFERME, DUBBI E QUALCHE SEGNALE INASPETTATO

  • Immagine del redattore: Simone Marchetti Cavalieri
    Simone Marchetti Cavalieri
  • 16 apr
  • Tempo di lettura: 2 min


Il fine settimana in Bahrain ha rispecchiato molte delle aspettative, ma non è mancato qualche colpo di scena. La McLaren si conferma solida e competitiva, anche su un tracciato che in passato non le era mai stato particolarmente favorevole. Una bella prova di maturità tecnica, anche se la MCL39 continua a mostrarsi difficile da domare sul giro secco.


Mercedes, ed in particolare Russell, ha ribadito il proprio ruolo da inseguitrice principale. Nonostante qualche episodio sfortunato e qualche errore di troppo da parte di Kimi Antonelli, il team ha mantenuto un buon livello di competitività. Antonelli, pur con qualche sbavatura, continua a dimostrare un potenziale notevole, con una curva di crescita invidiabile.


Ferrari, invece, resta un nodo irrisolto. Il Bahrain, tradizionalmente terreno amico anche nei periodi più bui, non ha regalato le soddisfazioni attese. Meglio che a Suzuka, ma comunque troppo poco. Il quarto e quinto posto non bastano per parlare di “passo avanti” concreto, almeno non su una pista dove si sarebbe potuto osare di più. C’è chi ha parlato di “miracolo Leclerc”, ma a conti fatti, né il sabato né la domenica hanno mostrato qualcosa di eccezionale. Se così fosse, dovremmo considerare anche Russell autore di miracoli ogni weekend.


Hamilton ha faticato, come prevedibile, vista la sua storica difficoltà su questo tracciato rispetto a Leclerc. Tuttavia ha gestito la gara con esperienza, pur senza brillare nel passo.


McLaren, come detto, resta un caso interessante. Una vettura potenzialmente dominante, ma estremamente complicata da spingere al limite. In qualifica entrambi i piloti faticano a mettere insieme il giro perfetto e, sebbene il potenziale sia superiore alla media, gli errori del sabato spesso compromettono l'intero weekend. Lando Norris, in particolare, ha avuto un fine settimana difficile. La rimonta è stata buona, ma la posizione di partenza lo ha penalizzato enormemente. Il problema è noto: la McLaren vola in aria pulita, ma fatica a districarsi nel traffico, anche su una pista come Sakhir.


Interessante come siano spariti, quasi magicamente, i discorsi sulle sue partenze: un anno fa si parlava di mancanza di aggressività, oggi invece il silenzio. Forse perché il sistema di partenza della McLaren è finalmente all’altezza? Norris, da parte sua, continua a mettersi in discussione pubblicamente. Eppure, nel circus, sembra che solo chi ostenta sicurezza o spara proclami venga considerato "forte". Chi invece ammette incertezze o difficoltà, spesso viene sottovalutato. Ma forse è proprio questa sincerità a rendere Lando un profilo così interessante. Molti lo snobbano, ma resta – a mio parere – uno dei principali candidati al titolo.


Capitolo sorprese: menzione d’onore alla Haas, bravissima nello sfruttare ogni occasione grazie a una strategia impeccabile. Ottima anche la gara di Tsunoda, nono al traguardo e sorprendentemente vicino a Verstappen, che però non ha goduto della migliore gestione tattica. Buon weekend anche per Gasly, veloce in modo assolutamente inaspettato.


Ora si vola a Jeddah. Sulla carta, un tracciato che potrebbe adattarsi meglio alla Ferrari. Ma oggi, parlare di “circuiti favorevoli” significa accontentarsi della possibilità – non della certezza – di lottare per un podio. Occhio a Verstappen: è difficile immaginare che possa restare sottotono anche nella prossima uscita.



© Simone Marchetti Cavalieri

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