BRIEFING F1: GP MIAMI
- Simone Marchetti Cavalieri

- 2 mag
- Tempo di lettura: 2 min

Con il Gran Premio di Miami si chiude la prima parte della stagione dedicata ai circuiti extraeuropei. Da Imola in poi, si entra nel cuore della stagione, in quella fase in cui — come si dice spesso — il Mondiale comincia davvero.
Miami rappresenta l’ennesima sfida atipica: un circuito cittadino costruito per l’intrattenimento, dove lo spettacolo fuori pista rischia spesso di superare quello in pista. A complicare ulteriormente il weekend, ci sarà anche una Sprint Race, elemento che costringerà team e piloti a lavorare con ancora maggiore precisione e adattabilità.
Il tracciato si presenta con due identità distinte: una prima parte più scorrevole e veloce, seguita da una sezione più lenta e tecnica, che richiede trazione e aderenza meccanica. Il tutto collegato da lunghi rettilinei che mettono alla prova la stabilità e la velocità di punta delle monoposto. Servirà un setup equilibrato, capace di adattarsi a condizioni molto diverse nel corso del giro.
In questo scenario, la McLaren sembra la più accreditata. La vettura di Woking ha già dimostrato di trovarsi a suo agio a Miami, grazie a un ottimo comportamento nelle curve lente. Nella parte veloce potrebbe accusare qualcosa, ma il bilanciamento complessivo della monoposto le garantisce comunque un ruolo da favorita. Diverso invece il momento dei piloti: Norris è apparso meno incisivo nelle ultime gare, mentre Piastri si sta candidando con forza a un ruolo da protagonista nella lotta iridata.
Per la Ferrari si prospetta un fine settimana complesso. Le caratteristiche della SF-25 sono piuttosto distanti da quelle richieste dal tracciato di Miami, e per ottenere un buon risultato servirà ottimizzare ogni dettaglio. Potrebbe dare una mano la Sprint, dove un’auto più leggera e reattiva potrebbe replicare quanto visto in Cina, dove Hamilton ha firmato la sua prestazione migliore da quando è in rosso.
Lewis è ancora in fase di apprendimento, mentre Leclerc sembra aver trovato maggiore confidenza, soprattutto sul giro secco, dove continua a fare la differenza.
Red Bull resta saldamente ancorata a Verstappen, ancora una volta l’uomo chiave per mantenere il team al vertice. Mercedes, dal canto suo, deve evitare errori strategici come quello sulle gomme visto in Arabia Saudita, per restare competitiva.
Tra gli altri team, la Williams ha già deciso di concentrare gli sforzi sul 2026, rinunciando di fatto a ulteriori sviluppi sulla vettura attuale. Una scelta razionale, che guarda al futuro e tiene conto del contesto attuale. Haas e Racing Bulls potrebbero rivelarsi delle outsider, mentre da Aston Martin e Sauber non ci si attendono particolari guizzi, essendo anch’esse focalizzate sulle prossime stagioni.
Le mescole scelte da Pirelli saranno le C3, C4 e C5 — le stesse viste a Jeddah — e con temperature elevate previste, la gestione del degrado sarà cruciale. Come su ogni tracciato cittadino, il rischio di errore è alto e i piloti più coraggiosi, come Leclerc e Verstappen, dovranno forzare i limiti per provare a contrastare la competitività crescente della McLaren.
Il weekend di Miami potrebbe segnare un punto di svolta: non solo per le ambizioni della McLaren, ma anche per la stagione di Norris, che ha bisogno di lanciare un segnale forte. L’opportunità c’è, sia per lui che per il team, ma prima o poi sarà necessario scegliere su chi puntare davvero nella corsa al titolo.
© Simone Marchetti Cavalieri

