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BRIEFING F1: GP ITALIA

  • Immagine del redattore: Simone Marchetti Cavalieri
    Simone Marchetti Cavalieri
  • 5 set
  • Tempo di lettura: 2 min

La Formula 1 archivia definitivamente la pausa estiva e fa tappa a Monza, storicamente conosciuta come il “tempio della velocità”. Quel fascino epico è in parte svanito con la modernità della categoria, ma resta intatto il legame con la Ferrari, che qui ha sempre trovato un palcoscenico speciale anche nei periodi peggiori.


Monza, da tradizione, rappresenta l’ultima possibilità di riscatto, il premio di consolazione di annate storte. Ma questa volta esistono davvero i margini per sperare? Sulla carta la SF-25 avrebbe già dovuto raccogliere almeno una vittoria, e invece le occasioni sono sempre rimandate. La pista brianzola, con le sue caratteristiche semplici e dirette — velocità di punta, gestione dei cordoli e trazione in uscita dalle varianti — potrebbe aiutare a mascherare alcuni limiti cronici della vettura. Ali scariche e fondo piatto sono gli ingredienti per essere competitivi: basteranno per insidiare McLaren e Verstappen? Le prime prove libere chiariranno subito la situazione.


Il problema è che, in un momento in cui sarebbe fondamentale compattezza di squadra, la Ferrari deve fare i conti con una penalità pesante per Hamilton, retaggio del disastro olandese. In sostanza: tra rivali in gran forma e difficoltà interne, servirà anche una buona dose di fortuna, elemento che a Maranello manca ormai da troppo tempo.


Sul fronte opposto, la McLaren continua a dominare. Dopo l’ennesima doppietta, ha già chiuso la partita nel mondiale costruttori e può concentrarsi esclusivamente sul campionato piloti. Piastri, costante e maturo, sembra avviato verso un titolo meritato, mentre Norris alterna vittorie e cadute clamorose, lasciando il peso della lotta sempre più sulle spalle dell’australiano.


Verstappen, dopo quattro titoli consecutivi, si ritrova a recitare il ruolo di outsider di lusso: raccogliere qualche successo parziale quando si presenta l’occasione e attendere il 2026 per tornare a lottare davvero per il bersaglio grosso.


Discorso diverso per Andrea Kimi Antonelli, che a Monza arriva con più dubbi che certezze. A Zandvoort ha vissuto un altro fine settimana complicato, culminato con l’incidente che ha eliminato Leclerc e acceso le critiche dei tifosi. A proteggerlo, per ora, resta Toto Wolff: sotto altri manager, la sua stagione da rookie sarebbe già stata giudicata molto più severamente.


Il Gran Premio d’Italia resta quindi sospeso tra due estremi: può trasformarsi in una festa o in un ulteriore colpo basso per la Ferrari. All’orizzonte, inoltre, c’è la questione del futuro di Monza: senza investimenti seri, il 2031 — termine dell’attuale accordo — non è poi così lontano.


Spesso, la parte più emozionante del weekend brianzolo restano le qualifiche, che decidono gran parte della gara. L’auspicio è che questa volta il presente sappia offrire spettacolo, e che non ci si debba accontentare solo dell’ennesima livrea celebrativa.



© Simone Marchetti Cavalieri

 
 

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