BRIEFING F1: GP AZERBAIJAN
- Simone Marchetti Cavalieri
- 19 set
- Tempo di lettura: 2 min
Con il Gran Premio d’Azerbaigian la Formula 1 archivia la parentesi europea e imbocca il lungo filone di gare tra Asia e Americhe che ci accompagnerà fino al termine della stagione. Al di là del fascino spesso discutibile di alcune tappe extraeuropee, questo passaggio rappresenta una possibilità concreta per Ferrari di dare un senso a una stagione che rischia di chiudersi senza risultati di rilievo.
Baku, in particolare, offre caratteristiche che possono aiutare il Cavallino: rettilinei infiniti, staccate violente e poche curve veloci. In teoria, un terreno favorevole, tanto più che Leclerc qui ha sempre mostrato un feeling speciale. Ma attenzione, perché i lunghi tratti a gas spalancato mettono in crisi uno dei punti deboli cronici della Ferrari: la gestione dell’altezza da terra, che costringe a compromessi dolorosi tra affidabilità e prestazione. A questo si aggiunge l’incognita gomme, quest’anno più morbide e quindi destinate a un degrado superiore.
La Red Bull di Verstappen, invece, potrebbe trovarsi perfettamente a suo agio: la pista cittadina azera, povera di curve ad alto carico e ricca di tratti veloci, sembra cucita addosso all’efficienza della RB. Monza ha già dato un indizio chiaro in questo senso, e con il talento dell’olandese la variabile più prevedibile resta la sua capacità di fare la differenza.
Chi rischia di perdere un po’ di terreno è la McLaren: senza curve ad alto carico dove esaltare la propria efficienza aerodinamica, la MCL39 potrebbe sembrare meno incisiva. Non una trasformazione in zucca, certo, ma nemmeno l’arma letale vista altrove. In più c’è la tensione interna tra Norris e Piastri: a Baku l’eccesso di agonismo non perdona, e gli errori rischiano di pesare più del solito.
La Mercedes rimane un’incognita. La monoposto non ha punti di forza solidi e costanti: va bene in trazione e frenata, ma fatica sul dritto, e capire quale aspetto prevarrà è impossibile a priori. A complicare il quadro c’è il caso Antonelli: il giovane talento continua a faticare e persino Toto Wolff, finora suo principale sostenitore, inizia a mostrare segni di impazienza.
Il resto della griglia, come spesso accade, vivrà di occasioni, pronto a sfruttare gli errori dei grandi o a cogliere qualche jolly che a Baku, per sua natura imprevedibile, ogni tanto salta fuori.
Si riparte con Piastri davanti a Norris di 31 punti, un margine che poteva essere ancora più ampio senza il team order di Monza. Poco cambia, però: la sensazione è che Norris manchi ancora della lucidità necessaria per contendere davvero il mondiale. Forse Baku sarà la pista che rimescola le carte, oppure quella che metterà la parola fine alla sfida interna. Di certo, sarà un passaggio chiave.
© Simone Marchetti Cavalieri