BRIEFING F1: GP AUSTRIA
- Simone Marchetti Cavalieri

- 27 giu
- Tempo di lettura: 2 min
Il Mondiale torna nel cuore d’Europa e lo fa al Red Bull Ring, pista veloce, compatta, spietatamente sincera. Dopo la trasferta canadese, densa di spunti ma povera di risposte definitive, è proprio in Stiria che molti nodi potrebbero venire al pettine.
Qui, rispetto a Montreal, rientra in scena il degrado gomme, elemento finora rimasto ai margini ma che promette di rimescolare le carte. In Canada, Mercedes ha brillato anche grazie ad un asfalto gentile. In Austria, invece, il consumo sarà protagonista, e i bilanci andranno rifatti da zero. La squadra di Brackley resta in agguato, con Russell galvanizzato e Antonelli ancora troppo acerbo per pretendere stabilità su uno dei tracciati più esigenti per le mescole.
La curiosità però si concentra altrove: sulle McLaren. La nuova direttiva sulle ali flessibili potrebbe aver limato quel margine che finora le aveva rese quasi imprendibili. È presto per sentenze, ma già il paddock si interroga: quanto è rimasto del vantaggio tecnico? La sensazione è che ci sia stata una piccola crepa, e nei campionati lunghi, a volte basta quello.
A Lando Norris si chiede di più. Dopo una gara canadese chiusa con il rimpianto di un’occasione sfumata più per scelta che per sorte, l’impressione è che la continuità sia ancora il vero avversario. Piastri, al contrario, è silenziosamente solido, concreto, quasi scolpito per le domeniche in cui serve tenere i nervi saldi e il volante fermo.
Capitolo Ferrari. Un caos quasi istituzionalizzato. Tre uomini simbolo — Leclerc, Vasseur, Hamilton — e tre visioni del mondo che faticano a trovare un lessico comune. Leclerc prova a tenere tutto insieme senza esplodere, Vasseur si avvita in dichiarazioni difensive, mentre Hamilton sembra ancora alle prese con il dizionario emotivo di Maranello, dove la passione si confonde con la pressione.
La SF-25, in Canada, non ha sfigurato in termini di velocità pura, ma rimane discontinua, schizofrenica in qualifica e vulnerabile alla prima variabile fuori copione. E di variabili, in Austria, ce ne saranno parecchie: dalle gomme C3-C4-C5 scelte da Pirelli, tra le più morbide e delicate dell’intera stagione, fino al meteo ballerino, che promette di confondere le idee e far saltare piani apparentemente perfetti.
Poi c’è Verstappen. Il pilota, più che la squadra. In un momento in cui la Red Bull sembra meno dominante, è lui a fare la differenza. Soprattutto su una pista che conosce a memoria, dove la fantasia può ancora permettersi di essere un’arma. Ma attenzione a strafare: con una direzione gara così lunatica, molte cose potranno ritrovarsi sotto scrutinio.
In sintesi? Una gara dal potenziale imprevedibile. McLaren forse meno sicura di sé, Mercedes in crescita e pronta ad approfittarne, Ferrari sospesa tra i soliti paradossi e l’eterna speranza di avere finalmente un weekend lineare. E in mezzo a tutto questo, Verstappen. Ancora lui. Come fosse il punto fermo in un campionato sempre più incerto.
© Simone Marchetti Cavalieri

