
Vincere è difficile, ma confermarsi lo è ancora di più. A dimostrarlo è stata Porsche, che, un anno dopo il suo primo trionfo, ha replicato il successo alla 24 Ore di Daytona con Felipe Nasr, Laurens Vanthoor e Nick Tandy. E non è tutto: le 963 LMDh del team Penske Motorsport hanno sfiorato una spettacolare doppietta nel round inaugurale dell’IMSA SportsCar Championship. Solo nelle ultime fasi di gara, Matt Campbell, Mathieu Jaminet e Kevin Estre hanno dovuto cedere alla pressione della Acura ARX-06 del Meyer Shank Racing, pilotata dal quartetto Tom Blomqvist, Scott Dixon, Felix Rosenqvist e Colin Braun.
Gli innumerevoli ritiri hanno contribuito a delineare i giochi per la vittoria già alle prime luci dell’alba. A poco più di otto ore dal termine, la lotta per il successo nella 63ª edizione della 24 Ore di Daytona vedeva coinvolte le due Porsche Penske, l’Acura del Meyer Shank Racing e la BMW RLL del poleman Dries Vanthoor, affiancato da Raffaele Marciello, Kevin Magnussen e Philip Eng. Tutte le vetture erano racchiuse in un giro.
Come spesso accade a Daytona, l’ultimo stint è stato decisivo. Le Porsche si sono difese dai ripetuti attacchi di un arrembante Vanthoor, che è stato l’unico in grado di tenere il passo delle 963 LMDh, arrivando persino a posizionare la sua BMW M Hybrid V8 tra le due vetture del Penske al termine della penultima sosta ai box. Tuttavia, nel tentativo di superare Campbell, Vanthoor è finito lungo alla prima curva. Poco dopo, un’altra Full Course Yellow è intervenuta per il ritiro della Lamborghini Hurácan GT3 del Wayne Taylor Racing.
Al restart, Nasr non ha perso tempo: ha superato la BMW di Vanthoor, che, invischiato nel traffico, ha tamponato la Ferrari 296 GT3 di James Calado, danneggiando il cofano. Dopo un tentativo di proseguire, il belga ha scelto di rientrare ai box per riparare la vettura, dicendo addio alle speranze di vittoria. Così, Blomqvist ha preso il terzo posto con l’Acura ARX-06.
A meno di mezz’ora dalla fine, Nasr ha sorpassato il compagno di squadra Campbell, prendendo il comando. Campbell, in difficoltà, non è riuscito a mantenere il ritmo e ha visto Blomqvist avvicinarsi rapidamente. A cinque minuti dalla fine, il pilota dell’Acura è riuscito a scavalcare la Porsche e conquistare il secondo posto. Nasr, però, aveva già creato un margine sufficiente per tagliare il traguardo con un vantaggio di appena 1”335 su Blomqvist.
Vanthoor, costretto a un’ulteriore sosta per riparare la sua BMW, ha chiuso al quarto posto, staccato di un giro dal vincitore. La Top-5 è stata completata dalla Cadillac del Wayne Taylor Racing, con Brendon Hartley, Ricky Taylor, Will Stevens e Felipe Albuquerque. Quest’ultimo è stato penalizzato con un drive through nella diciannovesima ora per un contatto con la BMW di Marco Wittmann.
Le altre classi: LMP2, GTD Pro e GTD
Nella categoria LMP2, il team AF Corse sembrava avviato verso il trionfo, ma un cedimento del cambio sulla Oreca 07 di Matthieu Vaxiviere, a due ore dalla fine, ha cambiato le carte in tavola. A trionfare è stato Sebastien Bourdais del Tower Motorsport, in equipaggio con Job van Uitert, Sebastian Alvarez e John Farano. Il francese ha mantenuto un ritmo insostenibile per gli avversari, conquistando la vittoria con oltre 44 secondi di vantaggio sul team United Autosports di Paul di Resta. Terzo posto per Felipe Massa e il team Riley.
Tra le GTD Pro, Ford si è presa la rivincita con le Mustang GT3, che sono riuscite a salire entrambe sul podio. La vittoria è andata all’equipaggio composto da Dennis Olsen, Frederic Vervish e Christopher Mies, che ha approfittato di un duello tra Corvette e BMW negli ultimi giri. In GTD, invece, la Corvette Z06 GT3.R del team AWA ha avuto la meglio, con Matthew Bell che ha superato l’Aston Martin di Mattia Drudi a un quarto d’ora dalla fine.
La 24 Ore di Daytona ha regalato emozioni e colpi di scena fino all’ultimo, dimostrando ancora una volta perché sia una delle gare più affascinanti e combattute nel panorama motoristico mondiale.
© Cavalieri Garage & Co.