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6H IMOLA: ANALISI BOP

  • Immagine del redattore: Simone Marchetti Cavalieri
    Simone Marchetti Cavalieri
  • 16 apr
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 5 giorni fa



L’esordio stagionale del WEC 2025 non ha lasciato spazio a molte interpretazioni: Ferrari ha dominato a Lusail con una tripletta autorevole, segnando fin da subito il passo rispetto alla concorrenza. Eppure, a differenza dello scorso anno, le voci critiche sul BoP si sono fatte notare appena. Strano, se si pensa alle perplessità generate da alcune modifiche, su tutte l’importante riduzione di peso concessa alla 499P solo nel 2025.


Molti, osservando l’evoluzione del 2024, si aspettavano una graduale convergenza tra le tre grandi – Ferrari, Toyota e Porsche – verso un equilibrio regolamentare. Invece, lo scenario si è spaccato: Porsche è salita di colpo al livello di Toyota, mentre Ferrari sembra giocare in un altro campionato, distante quanto BMW e Cadillac, ma… nel verso opposto.


Alla luce di quanto visto in Qatar, un aggiornamento significativo del BoP era atteso e auspicato in vista della tappa di Imola. Un aggiornamento è arrivato, sì, ma la direzione intrapresa lascia qualche perplessità rispetto alle scelte dello scorso anno.


Se si confronta la nuova tabella del BoP con quella del 2024, il quadro diventa difficile da giustificare. Dodici mesi fa, la Ferrari aveva dominato Imola: pole position e controllo totale della gara (errori strategici a parte), con Toyota e una sola Porsche (#6) capaci di mantenere un minimo contatto. Eppure, il nuovo BoP non riflette questo storico. La Ferrari resta sostanzialmente identica, mentre Toyota guadagna chili e perde potenza (ben 16 kW in meno), e Porsche addirittura peggiora, con 20 kg in più e 5 kW in meno rispetto allo scorso anno.


Viene spontaneo chiedersi quale possa essere l’esito in pista, se queste sono le premesse. Il BoP dovrebbe tendere a compensare le differenze tra prototipi molto diversi, non ad accentuarle. E invece si ha l’impressione che si stia creando un divario strutturale che va nella direzione opposta rispetto ai vani tentativi visti nel 2024.


Forse c’è qualche variabile che sfugge, forse Imola ci sorprenderà con una gara combattuta e incerta fino alla fine. Ma guardando i numeri, è difficile immaginare un copione diverso da quello andato in scena in Qatar.


Forse sarò una voce fuori dal coro, ma se questa è l’idea di equilibrio tecnico in vigore oggi, non posso che sollevare qualche dubbio. Soprattutto se confrontato con ciò che, lo scorso anno, veniva definito "giusto". Poi, se tutto questo vi sembra “bilanciato”, contenti voi.




© Simone Marchetti Cavalieri

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